Impianti dentali: sciogliamo i dubbi più diffusi

impianti dentali
  • Dolore: tantissimi pazienti pensano che mettere gli impianti faccia male. Nulla di più errato.
    La procedura per posizionare un impianto è molto meno traumatica rispetto all’estrazione di un dente.
    L’atto dell’avulsione dentale è molto sgradevole, a nessuno piace farsi strappare qualcosa dalla bocca. In aggiunta, se il dente avesse un ascesso, l’infezione potrebbe interferire con l’efficacia dell’anestesia.
    Al contrario quando si posiziona un impianto l’osso deve essere sano e non infiammato, l’anestetico funziona benissimo ed il più delle volte il paziente, finito l’intervento dice: “tutto qui? Sembra di aver fatto un’otturazione!”.
  • Cosa succede dopo l’intervento?  Ai pazienti viene sempre spiegato che si può manifestare gonfiore della zona operata, si può formare un livido e si può percepire dolore. Ogni paziente è diverso dall’altro: alcuni non sentono assolutamente nulla mentre qualcuno deve far ricorso ad antinfiammatori e ghiaccio.
  • Dopo un impianto è possibile andare a lavorare?  Sì è tecnicamente possibile. Il consiglio ai nostri pazienti è di prendersi almeno una giornata di riposo così che possano applicare il ghiaccio, prendere gli antinfiammatori e riprendersi dallo stress dell’intervento.
  • Quanto tempo ci vuole prima che si possano mettere i denti sugli impianti?  Le possibilità sono molte e articolate:
    A) Carico immediato: entro 24-48 ore. Nel caso in cui manchi solo un dente si può inserire un impianto con il relativo dente provvisorio da mantenere fino alla completa integrazione, in questo caso il dente non deve essere masticante per evitare che delle forze anomale possano interferire nell’unione tra impianto e osso. Carico immediato “masticante” in questo caso vengono posizionati più impianti contemporaneamente e vengono uniti tra di loro così ridurre l’effetto delle forze che possono interferire con l’integrazione tra osso e impianto.
    B) Carico precoce: dopo 6 settimane l’impianto ha raggiunto l’integrazione e può essere posizionato il dente definitivo. L’impianto usato in questo caso è speciale in quanto, fino al momento del posizionamento, è conservato in una fiala con un liquido speciale, la cui composizione è segreta, che permette appunto una più rapida integrazione dell’impianto nell’osso.
    C) Carico standard: le tempistiche classiche per ottenere l’osteointegrazione sono invece 6 mesi per l’arcata superiore e 3 mesi per quella inferiore.
  • Se fumo posso mettere comunque gli impianti?  In generale la risposta è NO!
    Il fumo, oltre ad essere una delle principali cause di tumore, danneggia i denti naturali e gli impianti: questo avviene a causa del calore del fumo e per le sostanze in esso contenute.
  • Se ho la piorrea posso mettere comunque gli impianti?  La risposta è DIPENDE. La piorrea è come il diabete: non si può mandare eliminare, ma si può curare e tenere sotto controllo. Allo stesso modo la piorrea, o parodontite, può essere trattata con sedute di igiene orale specifiche, chiamate di “scaling e rootplaning”, per rimuovere il tartaro che si è nascosto sotto la gengiva e combattere i batteri che potrebbero interferire con l’integrazione dell’impianto.
  • Se ho il diabete posso mettere comunque gli impianti?  Come prima ovviamente la risposta è DIPENDE. Anche in questo caso il diabete deve essere compensato: se il paziente, nonostante i farmaci, non riesce a tenere sotto controllo la glicemia allora non sarà possibile posizionare gli impianti.
  • Se non ho osso posso comunque mettere gli impianti?  Anche in questo caso DIPENDE. La mancanza di osso può essere gestita, a seconda della gravità, utilizzando impianti di altezza o diametro ridotto oppure rigenerando l’osso mancante così da poter posizionare impianti di “dimensioni standard”.
  • Cosa si usa per rigenerare l’osso mancante?  Le soluzioni sono molteplici ed ognuno presenta dei vantaggi e degli svantaggi:
    A) Osso del paziente: è quello che ovviamente dà i migliori risultati. Il problema è la necessità di avere un sito donatore da cui prelevare l’osso che serve.
    B) Osso di un altro essere umano: anche in questo caso funziona bene. Il paziente deve accettare un osso proveniente da un altro essere umano.
    C) Osso di origine animale: solitamente di origina bovina, suina o equina. Dell’osso di partenza rimane solo il cristallo perchè delle cellule viventi non è rimasto nulla. L’eliminazione avviene scaldando l’osso ad altissima temperatura o utilizzando delle sostanze chiamate enzimi che distruggono tutte le cellule viventi.
    D) Materiali di origine sintetica: sono creati “in laboratorio”. Funzionano ma non sono efficaci come l’osso del paziente o gli altri tipi di osso.
  • Basta lo spazzolino per una corretta igiene?  Purtroppo no… per ottenere la migliore igiene possibile ci sono a disposizione tantissimi strumenti: spazzolini con testina piccola, spazzolini monociuffo, scovolini interdentali di varie forme e misure, filo interdentale in spugna. Per determinare quali strumenti utilizzare i nostri pazienti fanno una seduta apposta con la nostra igienista così da individuare la tecnica migliore da utilizzare.
Dentista Monza Lecco Per maggiori informazioni, non esitare a contattare lo Studio Dentistico Porcaro.
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