Impianti dentali: 10 cose che forse non sapevate

  • Gli impianti dentali, così come li conosciamo oggi, sono nati nel 1965. Ci sono però reperti storici che fanno risalire i primi tentativi al 2000 a.C. in Cina. I dentisti del paese del Sol Levante erano soliti impiantare dei pioli in bambù per sostituire i denti persi. I colleghi dell’antico Egitto si cimentarono poi con impianti creati con metalli preziosi.
  • Il padre dell’implantologia moderna si chiama Per-Ingvar Branemark, un ortopedico che ha scoperto l’osteointegrazione per caso!
  • Prima che si diffondessero gli impianti a vite come li conosciamo oggi c’erano tante altre forme: a lama, ad ago, a spirale, a cestello.
impianti dentali
  • Attualmente esistono due grandi filoni di pensiero in merito all’implantologia: la scuola italiana, con impianti a vite con corpo sottile e spire larghe, e la scuola svedese con impianti a vite dal corpo robusto e spire piccole.
  • Il titanio, come tutti i metalli, si ossida velocemente ed è grazie alla presenza di questa “ruggine” sulla superficie della vite
    che avviene l’unione tra osso ed impianto.
  • Chi afferma che i propri impianti sono fatti di titanio purissimo dice una bugia: il titanio puro non è abbastanza resistente per sopportare la masticazione. Esistono diverse leghe con cui vengono creati gli impianti: da quelle più tenere/elastiche, che permettono di piegare l’impianto con con una pinza senza che si rompa, a quelle extra dure che consentono di avere impianti di ridotte dimensioni ma comunque resistentissimi.
  • Il rigetto non esiste! In implantologia il termine ” rigetto” è usato per spiegare al paziente che l’impianto non ha avuto successo:la mancata osteointegrazione non dipende da una incompatibilità tra impianto e paziente, bensì da tutta una serie di eventi che possono influire sulla corretta unione tra osso e impianto.
  • Se perdo un dente perché dovrei fare un impianto? Molti pazienti chiedono se ci siano altre soluzioni. Effettivamente c’è il caro e vecchio ponte!In realtà il problema del ponte è che si rende  necessario limare il dente davanti e quello dietro rispetto a quello che è stato tolto per poter creare 2 capsule (corone) che ne sostengano una terza. Questi denti di supporto magari al momento sono sani ed è una sfortuna che subiscano una modifica. In aggiunta è importante specificare che se si cariasse o rompesse uno dei denti pilastro, quelli che sostengono il ponte, tutta la struttura sarebbe da rimuovere e rifare  sperando di poter recuperare l’elemento danneggiato.
  • Ma se fossi già senza denti? Se me ne mancassero parecchi? Anche in questo caso l’implantologia può venire in aiuto. Gli impianti possono essere infatti utilizzati per stabilizzare la classica dentiera utilizzando dei “bottoni automatici”, molto simili a quelli dei cappotti, così che non ci sia più bisogno di ricorrere alla pasta adesiva. In alternativa, con 4 o 6 impianti, si può passare ad una protesi completamente fissa.
  • E’ fondamentale spazzolare e tenere puliti gli impianti? Molti pazienti raccontano:”tanto non ci sono più i denti! Cosa spazzolo a fare?!?!?!”. Nulla di più spagliato! Se è vero che gli impianti non possono ammalarsi di carie, proprio perché non c’è più il dente, possono però ammalarsi di piorrea o meglio, di perimplantite come la chiamano i cultori della materia.
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